Dialogo interculturale

Lucio Caracciolo e il Mediterraneo

Alcune riflessioni tratte dall’intervento di Lucio Caracciolo al convegno “Building Bridges. Tra le due sponde. L’educazione interculturale all’epoca dei nuovi fondamentalismi”, svoltosi il 26 maggio in collaborazione tra l’Università degli studi di Milano Bicocca e BMW Italia. L’evento ha visto la partecipazione di oltre mille persone tra istituzioni, studenti, docenti, media, organizzazioni sociali e operatori del settore.

“Che cosa vuol dire per un italiano – ha spiegato Lucio Caracciolo, direttore di Limes e grande esperto di geopolitica – costruire ponti nel senso dell’interculturalità? Vuol dire semplicemente riportare il Mediterraneo ad essere un circuito e non una barriera. Bisogna però ricordare che abbiamo costruito l’Europa proprio contro questo concetto, cioè partendo dall’idea che l’Unione Europea ci serva per non essere mediterranei, per essere qualcosa d’altro”.

 

 

“Oggi il mondo mediterraneo e il mondo europeo – ha poi proseguito Caracciolo – segnano una linea di faglia fra due grandi marco aree del pianeta: un’area relativamente benestante e ordinata per quanto declinante e un’area conflittuale è caotica. L’Italia è esattamente alla frontiera tra il mondo ricco e il mondo che vorrebbe diventarlo”.

“L’approccio europeo – ha spiegato Caracciolo commentando le reazioni alle ondate migratorie degli ultimi anni – è stato da scarica migrante sul Paese meridionale più vicino. Lo ha fatto anche l’Italia, che pure è vista come un ponte, non come un obiettivo da quanti puntano al Nord Europa. Da questa parte del Mediterraneo, affrontiamo la presenza dei migranti come se fossero soltanto una minaccia e non anche una risorsa”.

“Non dobbiamo farci invadere – ha poi concluso Caracciolo – dalla paura che fa crescere le intolleranze e le xenofobie. Se l’Europa e l’Italia devono avere un futuro non possono che averlo con e nel Mediterraneo. Ognuno di noi deve impegnarsi quotidianamente con un obiettivo: ricostruire un circuito mediterraneo nel quale le genti, le merci, i capitali e le idee possano riprendere a muoversi liberamente”.

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