Culture

Sandro Chia alla Quadriennale

Sandro Chia alla Quadriennale

La Art Car di Sandro Chia è la centesima opera della sedicesima edizione della Quadriennale d’arte che apre i battenti oggi a Roma e resterà aperta al pubblico sino al 7 gennaio 2017 presso Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale. La Art Car di Chia chiude il percorso espositivo e festeggia idealmente i cento anni del BMW Group.

Quando Sandro Chia vede una superficie, qualsiasi superficie, è come se questa le dicesse: “dipingimi, dipingimi!” Ed è proprio ciò che accadde quando vide la BMW Serie 3 coupé, un prototipo realizzato per concorrere nel Campionato Turismo.

Questo è quanto ha ricordato Sandro Chia il 9 ottobre del 1992 quando ha firmato la 13a Art Car dichiarando completo il suo lavoro artistico. L’Art Car Chia riproduce dei volti di persone che l’artista immagina riflessi dalle superfici della vettura. Quando era bambino Chia dipingeva con graffiti le vetture parcheggiate per strada. Da allora il suo approccio con l’automobile si è molto evoluto: “L’auto è un oggetto sociale invidiato – sostiene l’artista – e molti occhi si posano su di esso. Quando una vettura passa, la gente la guarda. L’Art Car che ho creato riflette i loro sguardi. Come uno specchio, restituisce l’immagine a chi la guarda”.

Nato a Firenze nel 1946, Chia si è allontanato raramente dalla sua terra natale prima della maggiore età. Oggi vive tra New York, Londra e Montalcino, ma Firenze, la culla del Rinascimento, resta la cornice della sua infanzia, un mondo nel quale ha imparato a far sua l’arte in modo molto tranquillo, quasi casuale. Da bambino Chia giocava a pallone nelle piazze disegnate dal Brunelleschi, un’esperienza che ha segnato la sua vita. Negli anni ’70 Chia ha esposto a Roma, Torino e Colonia in mostre a lui solo dedicate. Le sue opere sono state esposte al Guggenheim Museum di New York nel 1982 e contemporaneamente al 7° “documenta” di Kassel e alla mostra “Zeitgeist” di Berlino in Germania. Sandro Chia è considerato uno dei massimi esponenti della “transavanguardia” italiana. Si considera un neo-espressionista con qualche sfumatura che ricorda Carra, de Chirico, Picasso e anche Mantegna che traspare nei suoi dipinti figurativi.

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