Culture

Giovani, disegnare (concretamente) il lavoro

BMW Creative Lab

Nei progetti culturali che il gruppo BMW ha avviato in questi ultimi 15/20 anni sono sempre stati protagonisti i giovani, da un lato. Dall’altro lato, ha fatto da elemento propulsore il progetto. Inteso come capacità di disegnare concretamente il futuro.

Tutto questo all’interno del sistema del design italiano, leader nel mondo.

Per fare ricerca applicata, ovvero disegnare prodotti che abbiamo la capacità di parlare del futuro. Declinandolo però all’interno del presente. Perché è qui che viviamo la nostra vita quotidiana è necessario progettare rispettando due modelli, etici ed estetici. Insieme.

In primo luogo, analizzare le condizioni materiali del presente, cercando di evidenziare alcuni nuclei problematici. Dove è possibile intervenire secondo una logica che,pur non abbandonando una sorta di utopia “millenaria, è in grado di dare risposte a breve. Non per questo affrettate proprio,perché già inscritte in un percorso, coerente che viene da lontano e guarda avanti.

Dicevamo etica ed estetica insieme, perché questo tipo di atteggiamento non può fare a meno di parlare un linguaggio chiaro e soprattutto controllabile rispetto alle promesse dichiarate. Dove la dimensione estetica significa che il “bello” è un diritto di tutti, perché appartiene alla bellezza della natura.

In secondo luogo, i giovani, nei progetti culturali e strategici di BMW, non rappresentano soltanto una condizione di possibile mercato futuro. Per la loro formazione e per la facilità che hanno, quasi naturale, di accedere alle nuove tecnologie senza grandi mediazioni culturali. Costituiscono un modo di essere e soprattutto d’interpretare il mondo a cui dobbiamo guardare. A condizione che tutta questa tensione verso il “nuovo”, non metta da parte il fatto che, come scriveva Umberto Eco, siamo tutti progettisti proprio perché siamo tutti seduti “sulle spalle dei giganti”.

Ovvero sulla storia e sulla memoria, senza nostalgia, ricordandoci che prima del futuro c’è stato il passato.

Come diceva Sant’Agostino,” il presente è solo un istante inesistente di separazione tra passato e futuro.

— Aldo Colonetti

(Filosofo, storico e teorico dell’arte, del design e dell’architettura: è nato a Bergamo nel 1945, vive e lavora a Milano)

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