Ci sono mille aneddoti che riguardano Alex Zanardi e mille storie che lui ama raccontare e che, se hai la fortuna di incontrarlo, non ti stanchi mai di ascoltare.
Stando con lui, tra altre cose, apprendi quante persone altrettanto straordinarie, anche se meno famose, ci sono intorno a noi.
“Mi ricordo ancora – rammenta Alex – quando, un giorno che ero nel centro di riabilitazione di Budrio, vidi un padre con una bimba piccola senza gambe in braccio che piangeva. Mi avvicinai e gli dissi che doveva farsi forza e che c’era comunque modo di vincere molte sfide. Molte più di quelle che lui si potesse immaginare.
Lui mi ascoltò e poi mi disse: ‘Lei non ha capito. Io piango di gioia perché mia figlia ha compiuto quattro anni e oggi, finalmente, possiamo metterle le sue prime protesi che le consentiranno di camminare. Le mie sono lacrime di gioia. Aspettiamo questo giorno da quando è nata così, senza le gambe. Adesso però, mi perdoni, ma devo correre in un negozio a comprarle un paio di scarpe prima che chiudano. Sa, il dottore mi ha chiesto se le avevo portate. Ma io finora non mi ero mai posto il problema con lei. Non ne aveva mai avuto bisogno”.
Passare una giornata sulle piste d Sauze d’Oulx in Piemonte con Alex, i maestri della scuola di sci di Progetto SciAbile e con dei ragazzi incredibili è un’esperienza che andrebbe fatta almeno una volta nella vita. Vedere uomini e donne, bambini e bambine, con differenti disabilità affrontare una discesa su una pista da sciatori veri con lo slancio di un campione, fa comprendere a fondo le nostre potenzialità e la possibilità di superare il limite. O di non averlo proprio.
Qui si mescolano le storie di giovani che sciano sul seggiolino dopo traumi spinali e che, dopo aver cominciato per gioco, vanno ai campionati italiani di sci per disabili. O di una ragazza colpita da tetraparesi spastica, Cocca per gli amici, che scia sulla sedia e persino sullo snowboard, ha fatto parapendio e ha iniziato a giocare a bocce per provare ad andare alle prossime olimpiadi di Rio in Brasile.
Alex Zanardi, in un contesto di questo tipo, è la persona che meglio di ogni altra sa parlare il linguaggio della disabilità con cognizione di causa. Battute come “devo stare con i piedi per terra”, oppure “chi non ha testa ha gambe” o ancora “dopo l’incidente non ho più preso un raffreddore perché non cammino più scalzo” o di nuovo “mio nipote, quando giochiamo a nascondino mi dice sempre che vuole essere come me perché trovo posti per nascondermi dove uno con le gambe non può entrare”, fanno parte del normale dialogo con lui.
Ci sono uomini e donne, che con la loro disabilità e la loro forza e determinazione a superarla, ti danno una lezione di vita. E allora, in bocca al lupo Alex e Cocca per Rio 2016!