Emiliano Malagoli non é un pilota qualsiasi. Ma è difficile capirlo mentre guida la BMW S1000RR in versione racing donata dal Team Althea BMW Racing di Genesio Bevilacqua. Solo quando Malagoli si ferma ai box e smonta di sella si nota qualcosa di strano.
Anche se sotto gli stivali e la tuta non si vede, Malagoli ha perso la gamba destra dal ginocchio in giù e l’uso parziale della sinistra dopo un incidente stradale nel luglio del 2011.
Da allora ha subìto 16 interventi chirurgici e cammina utilizzando una protesi. Eppure non solo continua a correre in moto, ma ha fatto di quell’incidente una ragione di vita. Una nuova vita, che l’ha portato a dedicarsi di più agli altri, a fondare la Onlus Di. Di. Diversamente Disabili e a creare con gli amici Matteo Baraldi e Chiara Valentini la Fimpar, Federazione Italiana Motociclistica Paralimpica. Obiettivo: rimettere in sella i motociclisti che hanno subìto un handicap. Sono passati quasi cinque anni da quella terribile sera di luglio.
Oggi Emiliano Malagoli è uno splendido (e veloce) quarantenne con due figlie, una compagna che lo ama e una bellissima storia da raccontare.
Quattrocento giorni dopo l’incidente è tornato al Mugello a correre. Ha cominciato ad allenarsi sette mesi dopo l’incidente quando ancora non camminava bene con la protesi, ma già poteva assumere la posizione in sella.
L’idea era di disputare l’ultima gara dello stesso trofeo Bridgestone che aveva interrotto l’estate precedente. “Fu una grande festa – ricorda Emiliano – alla quale invitai gli amici, la gente del mio paese arrivò con i pullman. Come andò la corsa? Arrivai ultimo piangendo nel casco dall’emozione, l’ultimo posto più bello di qualsiasi vittoria”.
Emiliano il 24 aprile correrà la TNT Cup al Pannonia Ring, in Ungheria, e in estate la Coppa Italia FMI. Sulla sua moto un logo si nota in particolare quando è in piega: SpecialMente.