Nei giorni in cui tutta l’Italia è davanti alla televisione per ammirare le prodezze azzurre, gli atleti Paralimpici continuano la preparazione per i giochi. Vediamo a che punto è Alex Zanardi.
Ci sono delle aree sulle quali ti concentri durante i tuoi preparativi?
Alex Zanardi: “Un po’ di tutto. Non è facile. So di poter raggiungere la stessa condizione fisica che ho avuto in passato; ma rispetto alla mia partecipazione precedente ai Giochi Paralimpici, sono meno flessibile. E’ più difficile recuperare se ho esagerato. Quindi devo prestare più attenzione ai piccoli dettagli e non eccedere nel mio programma di allenamento. D’altronde, ho più esperienza di prima e quindi, anche se ho avuto una brutta giornata e non mi sento al cento percento, so che il momento passerà e che, dopo un po’ di riposo, troverò la stessa condizione di prima. Quando lavori davvero tanto, devi aspettare un po’ prima di poter sfruttare i vantaggi di tale lavoro perché il corpo umano è piuttosto lento a reagire. Così, tutto sommato, so di avere un’ottima base ed un buon punto di partenza per sviluppare la mia forma fisica. Dall’altra parte, so di non poter battere tutti gli altri partecipanti con la sola forza e resistenza. Allora devo anche prestare molta attenzione all’alimentazione e a tutti gli aspetti tecnici nello sviluppo della mia ‘handcycle’ per farla diventare un’arma valida per un buon risultato”.
C’è un approccio diverso, poiché questi saranno i tuoi secondi Giochi Parealimpici e avrai quattro anni di esperienza in più?
Alex Zanardi: “Alla fine della giornata, l’aspetto più importante è divertirsi. Se spingi troppo e tutto ciò che fai ha soltanto lo scopo di portare a casa i migliori risultati, sarà molto, ma molto difficile ottenere una buona prestazione. Certo, il mio obiettivo per ora è Rio de Janeiro; ma non ho fretta di arrivarci; perché mi diverto a fare ciò che sto facendo ogni giorno, cioè l’allenamento, la cura del mio equipaggiamento, la cura del mio corpo quando mi metto a tavola, facendo attenzione a ogni aspetto possibile. Per quanto riguarda l’aspetto strategico per il giorno della gara, direi che sono un’atleta migliore di quanto fossi prima. Ormai ho fatto tantissime gare paraciclistiche. Non sono più un novellino e conosco i miei avversari; quindi so esattamente chi rispettare di più e come provare a batterli. So di averlo fatto molte volte e spero di poterlo ripetere”.
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