Storytelling e racconti di sé: modalità presenti e future per l’intercultura. Alcune riflessioni ispirate da un film recente
Di cosa s’interessa la pedagogia interculturale? S’interessa di tanti argomenti, ma anche delle identità in continua costruzione degli allievi e degli studenti che appartengono ai sistemi scolastici europei e italiani[1]. È una disciplina che trova le sue radici in tanti avvenimenti della storia anche lontana. Ma che si rispecchia e trova la sua ragion d’essere nella cronaca dei nostri anni, funestati da manifestazioni d’intolleranza e odio. È una disciplina però anche orientata al futuro, più o meno prossimo.
Gli anni attuali sono caratterizzati da un livello elevato di violenza sociale. Da manifestazioni d’intolleranza. Da dispositivi smart in continua evoluzione che avvicinano le persone. Da tecnologie orientate a un rispetto sempre più marcato verso la sostenibilità ambientale. Sono anni caratterizzati da tante incongruenze.
Gli studenti con i quali gli insegnanti si relazionano – oggi – nelle scuole medie e nelle scuole superiori diventeranno uomini e donne adulte fra due o tre decenni. Ed è molto complicato immaginare quanto gli anni futuri potranno assomigliare al presente e quanto saranno diversi.
Anche queste sono domande che la pedagogia interculturale si pone.
A differenza di ciò che è accaduto negli anni Ottanta e Novanta del Novecento (quando le migrazioni sono rimaste per anni invisibili e non studiate) oggi i fenomeni migratori verso l’Italia e verso il continente europeo sono osservati e interpretati.
I sociologi e i demografi affermano che un’ipotesi possibile è che le ibridazioni fra popoli, lingue, culture saranno presenti anche negli anni futuri. In una ricchezza sempre nuova.
Proseguiranno anche i meticciamenti fra abitudini, valori identitari, mondi culturali.
In questi scenari più che probabili, in che modo si relazioneranno gli individui fra di loro? In quali strani modi comunicheranno se la tecnologia avrà superato ogni possibile immaginazione attuale?
Alcune riflessioni possono nascere dalle intuizioni e dalle metafore che sono state proposte dagli sceneggiatori del film Star Trek Beyond [2]. Un film di fantascienza, molto apprezzato dal pubblico adolescente e dai giovani per i grandiosi effetti speciali che mostra, ma a chi si occupa di educazione e a chi svolge la professione docente il film consente di fare alcune riflessioni e di intuire alcuni scenari.
La vicenda del film si snoda nella dimensione dell’esplorazione dello spazio e del combattimento fra gruppi nemici di esseri viventi. Ma si snoda anche attraverso una serie di relazioni fra individui (uomini e donne) che agiscono, decidono, sostengono l’azione. Cosa si ricava da quel film sull’umanità che abiterà le galassie nel futuro lontano?
Gli sceneggiatori forniscono alcuni messaggi interessanti. Per esempio, che lo storytelling e il racconto di sé saranno ancora modalità presenti nei rapporti fra gli esseri viventi del futuro lontano.
Testo della professoressa Mariangela Giusti, Università degli Studi di Milano-Bicocca
[1] Per un’analisi più ampia rimando a: M. Giusti, Teorie e metodi di pedagogia interculturale, Roma-Bari, Laterza, 2017
[2] Il film, diretto da Justin Lin, è uscito nel luglio 2016
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