A Fronte del Borgo, quest’anno abbiamo aggiustato il tiro, sapete? Certo, non è stato facile. Ma, con l’aiuto di tanti, ce l’abbiamo fatta!
Abbiamo ingrossato le fila dei nostri volontari selezionandone di nuovi e di fin più motivati; abbiamo cercato di fare squadra in modo ancor più mirato e abbiamo ospitato progetti dei quali non vediamo l’ora di raccontarvi (il geograficissimo Borgo dei Ragazzi di Marco Magnone e Michele Cappetta, per esempio, oppure l’altalena emotiva di Kid, lo splendido percorso di fine anno della studentessa Martina Malachin).
Abbiamo anche accolto una dozzina di mini-volontari provenienti dall’Alternanza Scuola Lavoro, i ragazzi dell’Istituto Dalmasso di Pianezza – giovanissimi, sorridenti e pronti a farsi conquistare dai nostri monelli.
E abbiamo ricevuto l’aiuto di persone speciali come Benedetta Petroni, che è salita a bordo durante il suo secondo anno Holden nel College Reporting e la racconta così: “Appena mi vede arrivare in Fronte del Borgo, Kawtar mi chiama e mi chiede di sedermi accanto a lei. Oggi è lunedì, e il lunedì si fa storia. In tutti i sensi. Iniziamo a studiare, ma basta una parola insolita o un’occasione qualsiasi e Kawtar si distrae: inizia a raccontarmi di lei, della sua famiglia, del Marocco.
Dovrei interromperla e riportarla all’homo sapiens, lo so. Ma non ci riesco, non subito. I suoi occhi si fanno più luminosi nella gioia di raccontare e io non posso far altro che ascoltarla e sorridere con lei.
Passando del tempo con Kawtar e con gli altri bimbi che ospitiamo in Fronte del Borgo, la piccola grande ciurma del doposcuola, mi sono ricordata di me bambina. Semplicemente osservandoli studiare e giocare.
C’è Kyle che ha sempre l’aria indifferente, persino quando ti guarda e dice “Quattordici per quattordici? Semplice, centonovantasei! Mica lo devo fare per iscritto”.
C’è Ameer, prima elementare, che invece di ascoltare la spiegazione dell’esercizio fa delle smorfie con il viso e si agita tutto, ma poi sorride sfoggiando i suoi denti da latte e allora non c’è che da ricominciare la spiegazione.
Penso che non sia un caso se Fronte del Borgo sembra un enorme galeone. Quando entri non lo sai, ma quello è l’inizio di un viaggio: un viaggio in cui, certo, la collaborazione è tutto.
Tra i bambini e i volontari, tra i volontari stessi. Se noi guidiamo loro a fare i compiti, loro aiutano noi a riscoprire i bambini che siamo stati. E che siamo ancora”.
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