BMW si conferma nella parte alta della classifica del Reputation Institute anche nella classifica italiana 2018. Con la sedicesima posizione, BMW risulta essere la seconda azienda automotive in assoluto, dietro a Ferrari.
In uno scenario complessivo di flessione che ha visto tutte le aziende perdere punti rispetto al ranking 2017 segnale si un momento di transizione nel rapporto tra compagnie e stakeholder che si esplicita in un aumento della percentuale degli indecisi con conseguente riduzione delle performance complessive. BMW con oltre 75 punti si è confermata, comunque, su livelli molto elevati.
Nel 2018 la Ferrero è tornata sul gradino più alto del podio, seguita dalla Ferrari e dalla Walt Disney (quest’ultiuma si era aggiudicata la classifica 2017).
L’analisi del Reputation Institute è realizzata avendo come base le 200 aziende top del rapporto di Mediobanca alle quali si aggiungono i player internazionali che l’istituto valuta a livello globale.
La metodologia è stata modificata per la prima volta lo scorso anno per tenere conto di tutte le realtà significative a livello globale e avere una visione completa.
“In un periodo caratterizzato da una crescente sfiducia nei confronti della politica e delle Istituzioni, crescono inesorabilmente le attese nei confronti delle aziende, oggi impreparate a guidare quel cambiamento atteso dai consumatori”, ha affermato Fabio Ventoruzzo, vice president di Reputation Institute.
“Le aziende- ha poi proseguito – devono trovare il coraggio di guardare oltre la profittabilità del business nel breve termine. Le grandi imprese, anche se di settori diversi, devono avere interessi e progettualità convergenti per proporre una visione di medio-lungo periodo, assumendosi una leadership autentica e credibile proprio in un momento di vuoto della rappresentanza”.
“Il calo della reputazione non è dovuto all’aumento del numero degli ostili nei confronti dell’azienda ma è influenzato dall’incremento significativo degli indecisi”, spiega Stefano Cini, managing director di Reputation Institute Italy.
“Sono questi – ha poi concluso Cini – i consumatori che le aziende devono riconquistare e convincere per rafforzare il legame emotivo con gli italiani”. Anche perché “se prima era sufficiente raccontare ‘cosa fanno’ e ‘chi sono’ le aziende, oggi cresce l’aspettativa degli italiani nel chiedere il ‘perché’ le Aziende devono essere scelte. Gli italiani chiedono di creare ‘valore condiviso’, ossia influenzare positivamente i temi sociali attraverso i propri prodotti/servizi”.
Nessun commento