Il design come linguaggio della differenza. Più di 15 anni di progetti, parlando di MINI e BMW, rivolti, in particolare, a ciò che esiste intorno al grande problema del rapporto tra mezzi di trasporto e territorio, tra la città e i suoi abitanti.
Protagonisti centinaia di studenti e designer di varie nazionalità che hanno scelto il nostro Paese e in particolare Milano, per imparare ed esercitare uno dei mestieri più belli al mondo: disegnare e progettare per gli altri.
E’ stato un percorso entusiasmante che in un volume “Il design come racconto: MINI Design Award, BMW Creative Lab (editore Skira),presenta e in un certo senso, per la prima volta, mette a disposizione di un pubblico più ampio cosa significa fare ricerca, mettendo al centro non tanto i mezzi di trasporto privati, quanto tutte quelle suggestioni e direi anche visioni che comunque hanno una relazione con la dimensione della fattibilità, ovvero pronte per un futuro vicino.
Come afferma nel colloquio introduttivo Gillo Dorfles (mancato il 2 marzo a quasi 108 anni) presidente di tutti i concorsi organizzati durante questi anni, ci ha lasciato un ‘eredità, etica ed estetica fondamentale per guardare al futuro con l’ottimismo della ragione e la passione dell’impegno, senza mai accontentarsi del presente, ”l’automobile rimarrà l’unico mezzo di libertà per muoversi nel territorio, sia che diventi elettrica sia che debba percorrere itinerari prestabiliti.
Sarà comunque e sempre la persona a decidere la destinazione da raggiungere,con facilità,sicurezza e senza dimenticare la dimensione estetica”.
Intorno a questo concetto fondamentale sono stati affrontati alcuni aspetti strategici dei mezzi di trasporto, con una serie di proposte progettuali senz’altro molto stimolanti ma soprattutto, alcuni realizzabili senza grandi investimenti: la luce e la città; la città su misura, in partricolare pensando ai bambini, i luoghi per l’aggregazione e il divertimento; la comunicazione urbana facile e soprattutto non ingombrante fisicamente risparmiando così il suolo; il tema dell’acqua, sia come risorsa sia in quanto presenza, in alcune città, da recuperare e utilizzare; il tema delle sostenibilità e del rispetto dell’ambiente.
Tutte le proposte rappresentano un patrimonio conoscitivo, utile per qualsiasi attività che abbia a che fare con l’esperienza urbana.
Ma non finisce qui il nostro progetto è andato oltre,soprattutto nella direzione della ricerca applicata, messa in atto tra aziende diverse, dove protagonisti sono i nuovi talenti progettuali capaci d’interpretare i nuovi consumi,sempre sospesi tra tradizione e innovazione.
Ecco, allora,l’invenzione di BMW Creative LAB, una sorta di “università leggera”, mobile,in grado di operare su territori diversi, mettendo insieme idee,persone,processie tecnologie,altrimenti non facilmente comunicabili tra loro: il cibo, l’abbigliamento sportivo, la sicurezza e la motocicletta, in collaborazione con Fratelli Guzzini! Napapijri, Stone Island.
Le strade per parlare, concretamente, del futuro sono tante; noi abbiamo scelto quelle più vicine ai problemi della vita quotidiana, con uno sguardo rivolto a una “dimensione estetica” fondata su nuovi materiali, processi produttivi esistenti e, in particolare, cercando d’intervenire dove fino ad ora è prevalsa più una logica di comunicazione che di progettazione.
Anche in questo caso la realtà potrebbe essere più veloce di qualsiasi visione utopioca;noi abbiamo scelto la via del riformismo che, leggendo la realtà, individua già nel presente le soluzioni per un futuro prossimo, concreto.
Aldo Colonetti
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