Dialogo interculturale

Penso interculturale di Lucia Consonni

Penso interculturale di Oumou Niang

Con questo articolo, diamo inizio alla pubblicazione dei pezzi vincitori del bando “Penso interculturale” ideato da BMW Italia e dall’Università di Milano Bicocca in occasione della Quinta giornata interculturale. L’autrice è Lucia Consonni,Corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Formazione Primaria 2° anno

Penso interculturale quando vedo Mohamed rifiutarsi di mangiare in mensa, perché è iniziato il ramadan.

Penso interculturale quando Edoardo mi parla di Adonai con la stessa profonda devozione e con lo stesso amore con cui Tawfik mi parla di Allah.
Penso interculturale quando mia sorella mi manda dall’India le fotografie delle statue di Ganesh.

Penso interculturale quando mangio nel mio ristorante preferito, sotto la scultura di un dragone cinese di smeraldo.

Penso interculturale quando Riccardo si arrabbia con me: «Basta dire “uomo di colore”, maestra! Tu mica sei trasparente!».

Penso interculturale quando Meriem si rifiuta di giocare con i suoi compagni maschi, perché sono maschi.

Penso interculturale quando Matteo mi prende in giro, in russo.

Penso interculturale quando guardo la televisione che trasmette la cerimonia di inizio delle Olimpiadi.

Penso interculturale quando scrivo “shalom” alla lavagna, in ebraico.
Penso interculturale quando scherzo sulla reincarnazione: «Nella mia prossima vita faccio il gatto! Anzi, nelle mie prossime nove vite!».

Penso interculturale quando la mia sorellina dice che vorrebbe tanto allevare un pinguino: «Come fanno tutti gli Eschimesi!», sostiene.
Penso interculturale quando all’estero mi offrono il caffè, io lo rifiuto perché non mi piace, e la gente mi risponde: «Sicura di essere italiana?!?».

Penso interculturale quando vedo Rida cantare gioioso allo spettacolo della scuola le canzoni di Natale.

Penso interculturale quando Radeesha mi regala i suoi disegni che rappresentano Gesù sulla croce.

Penso interculturale quando ricerco, osservo e ascolto ciò che mi differenzia dall’altro e mi metto a dialogare con questa differenza che, solo per il fatto di esistere, mi incuriosisce e mi provoca alla ricerca.
Penso interculturale quando faccio del dialogo la “ricerca di collegamenti possibili fra umanità distanti”, come insegna Padre Laurent Mazas.

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