BMW Roma ha avviato un progetto di sostegno ai Romanes, impresa sociale nata a Roma per sostenere e promuovere la diffusione del Wheelchair Rugby nella Capitale e in Italia.
Il Wheelchair Rugby è uno sport paralimpico che utilizza alcune regole e tattiche del basket in carrozzina,
ma è dedicato ad atleti con disabilità più gravi ed è caratterizzato da spettacolari impatti tra carrozzine.
Nato in Canada negli anni ’70 e oggi è praticato in 40 paesi da circa 5.000 persone tra atleti, arbitri e staff tecnico,
con campionati professionali in tutto il mondo, specialmente in Australia, Canada, USA, Giappone, Gran Bretagna e Germania.
Il Wheelchair Rugby è approdato in Italia 5 anni fa e la Nazionale Italiana è attualmente al ventitreesimo posto nel ranking mondiale.
I Romanes, sono nati con lo scopo di diventare il primo club di rugby in carrozzina a Roma e il più importante del Paese, promuovendo un modello di impresa sportiva, sociale e inclusiva, capace di auto-finanziarsi e di aprire la strada a nuove realtà simili nel panorama paralimpico italiano.
Il club punta a coinvolgere sempre più persone e vuole sostenersi attraverso il fundraising, ma anche e soprattutto con attività autonome come e-commerce, pubblicità e sponsorship.
L’ambizione dei Romanes è quella di portare un’edizione degli Europei di Wheelchair Rugby a Roma e contribuire col il suo impegno impegno agonistico al successo della Nazionale Italiana alle Paralimpiadi di Tokyo del 2020.
BMW Roma ha deciso di affiancarsi a questa importante iniziativa di l’inclusione sociale sostenendo le spese di manutenzione per gli impianti sportivi necessari a far allenare gli atleti e quelle per l’organizzazione di eventi per promuovere l’attività dell’associazione.
Il contributo di BMW Roma servirà anche per coprire le spese per promuovere l’iscrizione di nuovi atleti e cercare di creare una Federazione dedicata al rugby paralimpico in Italia.
L’attività con i Romanes non è l’unica nel programma di responsabilità sociale d’impresa di BMW Roma che, infatti, da tre anni è impregnata anche nel progetto “Made in Rebibbia. Ricuciamolo insieme”, realizzato insieme all’istituto penitenziario di Rebibbia e all’Accademia italiana dei sartori per contribuire alla rieducazione e recupero dei detenuti.
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