Dialogo interculturale: un concetto al centro delle Giornate Di lavoro realizzate dal 2014 al 2018 da BMW Italia in partnership con a l’Universita di Milano Bicocca.
In questo ambito si collocano i testi degli studenti che hanno partecipato al progetto Penso Interculturale” che pubblichiamo sul sito di SpecialMente.
Leggiamo allora le riflessioni di Caterina Canetta.
“La cultura produce cambiamenti più veloci della genetica perché consiste nella capacità di saper comunicare”: sono parole di Francesco Cavalli-Sforza, noto divulgatore scientifico.
Gli ultimi cinque anni della mia vita li ho trascorsi su libri che mi hanno insegnato che le mutazioni genetiche sono alla base del processo evolutivo e delle differenze osservabili in ciò che ci circonda.
Tuttavia, volgendo lo sguardo intorno a me, spesso mi domando se questa evoluzione tanto sostenuta da Darwin, questa continua rincorsa alla ricerca della soluzione ottimale, sia realmente ancora in corso.
Gli effetti della cultura, invece, li sperimento da sempre: alla scuola elementare, in tutte quelle ore trascorse sui banchi o a giocare in cortile, io e i miei compagni non badavamo al fatto che un altro bambino avesse la pelle di un colore diverso dal nostro o a mensa non potesse mangiare la carne di maiale, ci importava soltanto che sapesse correre veloce quando dovevamo giocare a “nascondino” o che avesse delle figurine da scambiare per ultimare l’album di Harry Potter.
Alle scuole medie e negli anni del liceo ho stretto amicizia con ragazzi peruviani, filippini, cingalesi ed è cresciuta in me la convinzione che non ci fossero grandi differenze tra me e loro, condividevamo le stesse gioie e gli stessi dolori dell’adolescenza.
Se devo però dire quando, a mio parere, ho iniziato a pensare interculturale, non ho dubbi: all’università.
Attraverso i progetti di gruppo e il confronto su tematiche d’interesse comune, ho compreso che non è vero che non sussistono differenze tra me e giovani provenienti da altre nazioni o semplicemente di altre regioni; al contrario, a ben guardare, ce ne sono molte, ma trattandosi di differenze culturali probabilmente sono state proprio loro che hanno acceso la nostra curiosità reciproca e che ci hanno spinto a diventare grandi amici
Caterina Canetta
Corso di Laurea Magistrale in Biotecnologie industriali 1° anno
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